L’appello di Franco Maresco a RAI Cinema

Questa mattina il regista siciliano Franco Maresco, l’avvocato Antonio Ingroia e la fotografa palermitana Letizia Battaglia, sono stati i protagonisti di una video conferenza in streaming su Facebook che annuncia una possibile denuncia per la rimozione del logo RAI dall’ultimo film di Maresco La Mafia non è più quella di una volta.

Maresco descrive la promozione del suo film partendo dalla selezione nel concorso ufficiale della 76 mostra del cinema di Venezia. Alla vigilia del festival arrivano le prime ravvisaglie dal direttore della mostra Alberto Barbera. Il regista risalta la sua amicizia storica con Barbera che amichevolmente lo invita a tagliare minutaggio del film a causa di ordini superiori. L’impostazione è militante e senza limiti, Maresco fa nome e cognome di chi sta censurando la sua opera artistica, riferendosi a Paolo Baratta che ha dato gli “ordini superiori” a Barbera per la censura e l’amministratore delegato di RAI Cinema Paolo Del Brocco. La controversa sequenza incriminata vede al centro dell’attenzione l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un simpatico siparietto d’animazione in salsa satirica sulle presunte trattative stato-mafia che accusano i palermitani di una certà omertà radicata.

L’urlo di sfogo di Maresco è malinconico. Lui stesso ricorda i suoi ottimali rapporti con la RAI, in particolare i grandi passati su RAI 3 accanto a Ciprì, ma non riconosce più la prospettiva di sensibilizzazione culturale nella RAI di oggi, pensando fosse impensabile che una vignetta satirica animata potesse creare un caos tale. L’autore spiega come il presidente Mattarella non abbia mai criticato il suo operato ed è esclusivamente un problema da sistemare con la RAI.

In definitiva, dopo aver ricordato l’approdo del film domani sulla piattaforma Miocinema in concomitanza con l’anniversario della strage di Via D’Amelio, Maresco pensa che non può essere escluso un procedimento per via penale appellandosi all’articolo 21 della costituzione che dice a chiare lettere l’importanza di poter manifestare con totale libertà i propri pensieri.

(Paolo Birreci)