Pelikanblut – Orizzonti
Regia: | Katrin Gebbe |
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Durata: | 121’ |
Lingua: | tedesco |
Paesi: | Germania, Bulgaria |
Sceneggiatura: | Katrin Gebbe |
Fotografia: | Moritz Schultheiß |
Montaggio: | Heike Gnida |
Katrine Gebbe ci racconta la storia di Wiebke, allevatrice di cavalli e madre di due figlie adottive, Nicolina e Raya quest’ultima affetta da un disturbo reattivo dell’attaccamento in fase di crescita.
Partendo dal dramma familiare, Pelikanblut cerca di impostare un discorso metaforico capace di agguantare i tratti del thriller psicologico e gli sviluppi di un racconto sovrannaturale folkloristico.
Il modello che tenta in qualche modo di ricalcare è però già estremamente consolidato, e per tale motivo non riesce a costruire un discorso che sia unico (o quantomeno singolare). E se in qualche modo il film tenta di oltrepassare il travestimento sintetico che compone da decenni i luoghi comuni dell’horror classico (personaggio posseduto o con forti disturbi psicologici) crolla quando prova a speculare sulle cause dei disturbi comportamentali, finendo per non approfondire abbastanza i personaggi e scadendo fin troppo nel didascalico.
La narrazione risulta mal costruita e indirizzata verso soluzioni fin troppo facili, e non riesce a trovare un proprio equilibrio a causa della confusa commistione di generi (dal thriller psicologico al dramma, giungendo all’horror spirituale).
(Gabriele Plutino)