Venezia77 – Amants, di Nicole Garcia

In Concorso / 102′ / Francia

Con una piccola leggera volata di camera che accarezza prima le scure pareti del monolocale dei protagonisti e poi le coperte ancor più nere, ci troviamo sopra il corpo bianco di Stacy Martin che in una plastica posa alla Klimt abbraccia il suo amato Simon (Pierre Niney).

Questo piano immobile, scuro e lugubre, che non fa presagire qualcosa di buono per il futuro e che di fatto annulla la bellezza dei colori che sprofondano nel dorato di Klimt, è l’unica sequenza apprezzabile di un film che è un totale buco nell’acqua per la regista Nicole Garcia.

Amants è la storia di Simon e Lisa, una giovane e inseparabile coppia che si troverà ad aver a che fare con una tragedia che da lì a poco scioglierà, forse per sempre, questo legame indissolubile (l’avevo detto che Lacci era nello spirito della Mostra di quest’anno).

Sulla loro strada infatti si presenterà la morte inaspettata di un cliente di Simon che per arrotondare spaccia cocaina.
L’episodio darà il via al continuo rincorrersi dei due protagonisti.
Prima Parigi, poi Oceano Indiano fino alla Svizzera.
I due Romeo e Giulietta segnati da un destino tragico tendono sempre più spesso a trovarsi e ritrovarsi in modalità per lo più assurde che fanno presagire una non proprio attenta costruzione narrativa da parte della Garcia.

C’è una appena accennata tensione tra i vari personaggi, una “Ossessione” che potrebbe esplodere da un momento all’altro, ma il tutto rimane plastico, privato di tutta la vitalità possibile.
Non si riesce a dialogare al di fuori dello schermo, non c’è utilizzo del fuoricampo e quando all’interno della storia si aggiunge il futuro, poco caratterizzato più che misterioso, marito di lei la disfatta sembra totale su ogni fronte.

Nemmeno Benoit Magimel, qui nel ruolo di Léo, riesce a dare una spinta sulla suspance che vorrebbe mettere in scena la regista.
Cerca e ottiene sempre il corpo di una Stacy Martin in versione figurina, ma anche la sua violenta apparizione lascia totalmente freddo lo spettatore.

Non c’è sessualità, non c’è violenza, non c’è tensione, per un film di cui forse avrei fatto tranquillamente a meno.

(Carmelo Leonardi)